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Chiesa dell'Assunzione di Maria SS. - Roma - 1954-70

È stata costruita su progetto dell’architetto Saverio Muratori (lo stesso dell'Ina Casa): i lavori iniziarono nel 1961, ma furono in seguito interrotti e ripresi nel 1971. La chiesa non è stata completata e ciò che si vede oggi è solo la cripta del progetto originario. Una lunga rampa porta all’entrata della chiesa, che è posizionata a diversi metri sotto il livello della strada soprastante. L’interno è piuttosto buio e cupo; sul presbiterio è collocata un grande croce di legno fissata su una roccia, dietro la quale vi è l’organo. Da un lucernario al centro del soffitto, a cupola ribassata in cemento armato, pende un lampadario in ferro battuto.

"Questo edificio costruito nella sua sola parte sotterranea, la cripta, affronta l'arduo tema dell'aula di grande dimensione, coperta a volta estradossata. I setti radiali cementizi, che costituiscono il piedritto della cupola, denunciati all'esterno nei costoloni, trovano spiegazione nelle volte concave e convesse che formano la cupola, la cui continuità riconduce l'insieme al suo carattere di classica organicità"

La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 21 aprile 1954 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Cum in suburbana ed affidata prima al clero della diocesi di Roma e poi ai preti della Congregazione di San Giovanni Battista Precursore. Fino alla costruzione dell’attuale chiesa, la parrocchia aveva sede nella chiesa dell’Assunzione in via Viviani.

Cappella del Divino Amore, poi Cappella dell’Assunzione che divenne Parrocchia e trasferita a viale Spartaco 19 eretta il 21 aprile 1964

via viviani cappella dellassunzioneVia Alessandro Viviani 24 (Traversa di via del Quadraro altezza Via Selinunte, Quadraro Ina-Casa)

Storia dell’inizio della Comunità dell’Assunzione

Durante la seconda guerra mondiale, a causa degli eventi bellici, numerosissime persone dovettero abbandonare le proprie abitazioni, a Roma e nel Lazio. Circa 10.000 di queste trovarono rifugio, in condizioni abitative miserevoli, sotto gli archi dell’Acquedotto Felice, riadattati a baracche, senza energia elettrica, senza acqua corrente, senza servizi igienici.

Don Alberto Tedeschi, parroco di Santa Maria del Buon Consiglio subito dopo la guerra, pose particolare attenzione ai bisogni di queste persone e sollecitò lachiesa comunità delle Suore dell’Assunzione, che aveva sede a Corso d’Italia, a svolgere attività caritative verso di esse.

Nel corso del 1950 l’ing. Gerini, proprietario dei terreni intorno all’Acquedotto Felice, donò alla comunità delle Suore dell’Assunzione un terreno dove venne costruito un padiglione in legno, utilizzato come asilo per i bambini, come ambulatorio medico e, la domenica, come cappellina in cui celebrare la messa.

Per venire incontro alle esigenze della popolazione, le suore intervennero sulle autorità comunali affinché fosse portata l’acqua potabile, almeno con alcune fontanelle, e l’energia elettrica. Le Suore dell’Assunzione con le loro attività caritative, divennero sempre più il punto di riferimento della popolazione: nel frattempo il quartiere cresceva, anche a seguito del Piano-Fanfani, con la costruzione delle abitazioni popolari Ina-Casa.

Anche i locali usati dalle suore vennero sostituiti da strutture in muratura, grazie all’intervento dell’Ing. Costanzi, uomo di fede: nell’ottobre 1951, infatti, iniziarono i lavori e nel febbraio successivo il padiglione venne terminato, consentendone l’utilizzo sia per l’asilo che per l’ambulatorio medico. Successivamente, a richiesta della popolazione, oltre all’asilo entrarono in funzione anche tre classi di scuola elementare, in quanto nella zona non c’erano scuole.

Nel maggio 1953 venne ultimata la chiesa, dedicata alla Madonna del Divino Amore e affidata a Don Paolo Rossi, in qualità di responsabile della vice-cura; il 4 ottobre del 1953 venne terminato l’istituto, ove si trasferì l’intera comunità delle Suore dell’Assunzione. Con la crescita del quartiere inizia la costruzione della chiesa parrocchiale, in Viale Spartaco, e il 21 aprile del 1964 il Cardinale Micara firma il decreto che istituisce la parrocchia dell’Assunzione di Maria.

Don Paolo Rossi - Parroco dell'Assunzione di Maria in L.go Spartaco al 1974

don paolo rossiGiovane prete decisivo per lo sviluppo culturale, fisico e spirituale dei giovani e di tutto il Quartiere Quadraro Ina-Casa

All’ improvviso gli abitanti dell’ INA CASA videro girare per le loro strade un giovane prete che parlava con tutti, entrava nelle case, nei negozi per chiedere aiuto nella costruzione della Sua nuova Parrocchia; ha la fortuna di possedere il Carisma che gli deriva dal profumo che emana: quello dell’ onestà intellettuale e materiale. A prima vista può sembrare una persona semplice, alla buona e invece  ha una “buona Nascita” e  possiede una cultura eccezionale per quei tempi; oltre  al sapere del suo stato clericale, Don Paolo è un insigne matematico (più volte gli sarà offerto una direzione alla Banca del Vaticano: sempre rifiutata) , un ottimo musicista e appassionato di Sport e Arte, insomma veramente un sacerdote fuori dal comune.     

Nella  appena ultimata Casa  delle Suore dell’ Assunzione di via Viviani  e dal “lussuoso” bilocale, 12 metri quadri scarsi, messo a disposizione del giovane Prete nasce uno sforzo sociale che porterà alla realizzazione di un Campo Sportivo, di un Salone giochi con ping-pong , biliardini , biliardo e di un giardino per l’infanzia oltre alla Catechesi propria di una Parrocchia; iniziano i primi tornei di calcio con l’ambito premio per i vincitori di 100 formaggini stantii di cioccolata stantia (non era la marca……era un dono del popolo USA … così c’era scritto) e messi a disposizione  dalla POA (Pontificia Opera Assistenza); nasce anche la prima Società Sportiva: l’ Aurora Tuscolano di chiara ispirazione clericale e qualche anno dopo l’ INA CASA di  ispirazione laica, da subito più competitiva e con un suo campo sportivo.

Don Paolo morì mentre celebrava Messa il Primo Gennaio 1974 e al suo funerale c’era davvero tutto l’INA  CASA con i Celebranti che dovettero uscire fuori la Chiesa per distribuire la Comunione nell’ irreale silenzio che si era creato rispettosamente in ogni strada del Quartiere a gratitudine di un’opera mai dimenticata e ricordata anche da tutti degli esponenti del PCI del quartiere che tanta parte hanno avuto nello sviluppo della Coscienza Sociale della Gente

Santa Maria del Buon Consiglio, in via Tuscolana 613 

La chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio a Porta Furba è al Quadraro, È stata costruita nel 1916 su progetto dell’architetto Costantino Sneider edq08 tuscolano s aperta al pubblico il 9 aprile di quell’anno. Nel 1955, lavori di ampliamento condotti dall’architetto Paolo Stefani, hanno portato all’inserimento nella chiesa di una crociera. Il 6 dicembre 1992 essa ha ricevuto la visita di papa Giovanni Paolo II. Durante la resistenza la Parrocchia era tenuta da don Gioacchino Rey, un parroco combattivo e generoso parroco al Quadraro dal 1929, una vita esemplare oltreché un noto antitedesco. Decorato quale cappellano militare nella guerra del ‘15-‘18 con medaglia al valore e croce di guerra, rifiutò la nomina a Vescovo per non lasciare i suoi parrocchiani ai quali si dedicò in ogni modo, raccogliendo i ragazzi nell’oratorio ed organizzando raccolte di viveri e vestiario per beneficenza, poi lo farà per tutti allo scoppio della guerra. Fu lui a redigere un elenco, anche se incompleto, delle persone deportate. Vi erano anche le suore belghe che fecero la loro parte in quest’opera, nascondendo persone scomode e uomini in occasione del rastrellamento.

Arnaldo Canepa

arnaldo capenaCatechista e Fondatore del Cento Oratori Romani, morto il 2 novembre 1966 .E' in corso la causa di beatificazione del Servo di Dio.

Nel ’26 con il giornalista Vertecchi, inizia la Conferenza di San Vincenzo de' Paoli presso la Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro.

Nel 1929 Arnaldo conosce e segue Mons. Desiderio Nobels, un sacerdote belga che aveva iniziato al Quadraro e a Torpignattara un servizio pastorale a favore dei fanciulli, di Domenica con la celebrazione della Messa e il catechismo. Negli anni ‘30 il Fascismo intraprese una politica condizionante nei confronti dell’associazionismo cattolico, visto come un pericolo, e chiuse l’oratorio di Santa Maria del Buon Consiglio, il primo dell’Azione Cattolica ed uno dei più forti. Monsignor Desiderio Nobels - che poi diventò comandante partigiano - ed altri parroci cominciarono allora a collaborare con la Resistenza della zona.

Nel 1931, Mons. Nobels viene allontanato dai fascisti e il Parroco del Quadraro - Don Gioacchino Rey - chiama Canepa che così inizia l'Oratorio festivo (celebrazione eucaristica e catechesi). Il Centro Arnaldo Canepa è in via Columella 53, Quadraro vecchio. I suoi resti sono sepolti nella chiesa di santa Maria del Buon Consiglio "per volontà dei suo ragazzi". Per maggior approfondimento clicca QUI -

Mons. Desiderio Nobels (1899-1985) 

Didier Nobels nacque a Saint Nicolas, in Belgio, il 9 maggio 1899. Nel 1914, quando le truppe tedesche invasero il Belgio, Didier fu inviato a Londra dai suoiMons Desiderio Nobels genitori, Durante il soggiorno londinese, Didier entrò a far parte del gruppo scout del collegio in cui studiava. Tornato in Belgio, entrò nel Seminario di Gand e il 22 agosto 1926 fu ordinato sacerdote. Venne quindi a Roma per frequentare l'Università Gregoriana e conseguire laurea e dottorato in teologia. Qui, di domenica, cominciò a frequentare le parrocchie povere della periferia romana. Conobbe Arnaldo Canepa ed insieme ad alcuni giovani iniziarono l’opera dell’Oratorio al Quadraro e a Centocelle. Nel 1928 entrò in servizio a "Propaganda fide", nella Pontificia Opera di San Pietro Apostolo, di cui divenne Vice Segretario Generale e dove prestò la sua opera fino al 1956. Durante la seconda guerra mondiale, Nobels accolse centinaia di soldati sbandati e, insieme con alcuni ufficiali dell'Esercito Italiano, costituì una formazione partigiana denominata "Travertino" che partecipò all'organizzazione della resistenza nella zona di Roma sud. Il 26 gennaio 1985 monsignor Desiderio Nobels morì a Roma.

Don Gioacchino Rey

Gioacchino Rey nacque a Lenola (Lt) il 26 luglio 1888 e fu ordinato sacerdote a Gaeta il 19 luglio 1914. Pochi mesi dopo fu nominato cappellano militare con il grado di Tenente e prestò servizio come aggregato ai reparti sanitari. Durante il bombardamento del fronte di Monte Asolone – nella Val di Sotta sul versante occidentale del Monte Grappa – don Gioacchino Rey diresse le operazioni di soccorso dei feriti, ricevendo la Medaglia di bronzo al valor militare (15 giugno 1918). Pio XII lo definì “parroco delle trincee”.

Don Gioacchino REYCongedato dal fronte don Rey fu prima nominato vice-parroco della parrocchia della Madonna dei Monti e, successivamente, in quella di san Giovanni dei Fiorentini fino a diventare parroco della parrocchia di santa Maria del buon consiglio nel 1929. Qui strinse un legame molto forte con la comunità del Quadraro, diventando una figura centrale, suo malgrado, nelle vicende del rastrellamento del quartiere il 17 aprile 1944. Secondo le testimonianze, Don Rey e il suo vice-parroco don Gino Zarattini già all’alba di quel giorno tentarono di avvertire alcune famiglie della presenza delle SS nelle strade. Nei due giorni successivi il parroco fece da spola fra il quartiere e gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà per mediare un rilascio anche parziale dei rastrellati, offrendosi, secondo alcuni, come prigioniero in cambio della libertà per gli altri uomini, ma ottenendo soltanto la liberazione del medico condotto e del farmacista del Quadraro. Don Gioacchino Rey riuscì comunque a compilare una lista dei deportati (probabilmente parziale come si rivelerà dopo la guerra) che consentì ai prigionieri che riuscirono a tornare e alle famiglie dei rastrellati che non tornarono di documentare il proprio coinvolgimento nel rastrellamento, e dimostrare quindi la propria identità e ricevere i sostegni dovuti dallo Stato.

Don Gioacchino Rey morì il 13 dicembre 1944, davanti la sua chiesa, investito da un’auto. Lo storico Pierluigi Amen – che ha coordinato la ricercaChiesa di San Filippo Neri all Acquedotto Felice sul rastrellamento del Quadraro per l’Anrp, ricostruendo la biografia del sacerdote – ritrovò la sua sepoltura nel cimitero del Verano, consentendone la traslazione nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Lenola, suo paese natale. Nel 2017 alla memoria di don Gioacchino Rey è stata conferita la Medaglia d’oro al valore civile. Al sacerdote è stata intitolata anche la scuola primaria in via Sestio Menas n° 125 dell’IC Francesco Laparelli (Stefania Ficacci, ricercatrice storica, saggista, incaricata per la valorizzazione della memoria storica del V Mun Roma).

Chiesa annessa alla Parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio è San Filippo Neri all’Acquedotto Felice, Via dell’Acquedotto Felice 35