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I padroni lo sanno bene e cercano di addormentarci. Ci portano il vino, la televisione e i giradischi, macchine e altri generi di oppio.
Noi compriamo e consumiamo. Serviamo ad aumentare la ricchezza padronale e a distruggere la nostra intelligenza.  »
 (Scuola 725: Lettera al sindaco, Roma, 1968)

Il 4 Novembre del 1969 Don Roberto Sardelli acquista una baracca, da una prostituta, lungo l'acquedotto Felice. In quel ricovero fonda la "Scuola 725" dove insegnerà ai bambini, figli dei baraccati, che alla scuola elementare "Salvo D'Acquisto" venivano spesso messi nelle classi differenziali.Assieme ai bambini, Don Sardelli scrive la "Lettera al Sindaco" indirizzata all'allora Sindaco Rinaldo Santini, che viene pubblicata dal quotidiano Paese Sera.L'esperienza della "scuola" termina nel 1974 quando il Comune di Roma inizia ad assegnare le case popolari ai baraccati dell'Acquedotto Felice.Sull’esperienza della scuola di Don Roberto Sardelli, nel 2007 Fabio Grimaldi ha prodotto e girato un bel documentario.

“E Claretta abitava al bivio di Via degli Arvali e la sera scendeva in vestaglia che non se poteva vedé!..”

Claretta

Nata a Città della Pieve (Perugia) il 6 agosto 1935 e morta al Quadraro nel 2009. Nome all’anagrafe GLAUCO, nome d'arte Claretta.

Al Quadraro viveva un travestito, si chiamava Claretta. Per tutti, la checca del quartiere. Claretta era un signore alto e magro, vestiva e si truccava come una donna, ma ovviamente con i mezzi del tempo dal suo aspetto era chiaro che si trattava di un uomo.
Tutti conoscevano Claretta. Faceva la vita ed era uno dei pochi omosessuali ad ostentare il suo stato. Non doveva essere facile. Spesso lavorava su via di Centocelle (in prossimità della curva), aveva vestiti da donna eccentrici, alcune volte ballava sull’uscio della baracca per attirare clienti. I ragazzini lo prendevano in giro, lo inseguivano, lo tormentavano.

A metà anni 2000 Claretta, non più giovane, diventa una specie di diva. E' cercata, intervistata. Presente in tutte le feste di quartiere come la FESTA POPOLARE AL QUADRARO al Parco dei Ciliegi in veste di presentatrice il 3 ottobre 2008.
Faceva la spesa al mercato di piazza dei Tributi. Claretta se ne e' andata lasciando un vuoto al Quadraro con la sua simpatia...2009

Lo stabile occupato dal centro sociale è lo stesso del 1947 dove c’era l’osteria da Gigetto e dove il Gobbo del Quarticciolo fece fuori due tedeschi. Il vecchio stabile era stato costruito probabilmente ad inizio secolo scorso (1910 - 1920), adibito ad abitazione ed osteria fino agli anni '50, quando quest'ultima fu trasferita nel palazzo ad angolo. Fu successivamente abbandonato per essere occupato verso la fine degli anni 70 dal Centro Sociale. L’edificio venne abbattuto e ricostruito. Ora sede adi un agenzia di banca e di un gioielliere. Via Calpurnio Fiamma dal numero 4 al numero 12.

I giovani del Quadraro di Avanguardia Nazionale, organizzazione di estrema destra sciolta nel 1976, si riunivano intorno agli anni 60 e 70 al bar di via Tusconana 735 737 angolo con via dell’Aeroporto.

Il Bar prima si chiamava Marziali poi bar Giorgio. Questo locale era frequentato anche da Carmelo Palladino (Carmelo Palladino, fin dal 1962 è il luogotenente di Stefano delle Chiaie, capo di Avanguardia Nazionale è per questo ritenuto un testimone fondamentale per la strage di Piazza Fontana e non soltanto quella). Ucciso da Pierluigi Concutelli nel carcere di Novara il 12 agosto 1982

Maria Scarfò, trentasei anni, era una donna giovane e bella. Gestiva un bar a Roma, nel quartiere Quadraro in via dei Fulvi, insieme a suo fratello Alfonso. Stava nel locale tutto il giorno: una persona semplice, dagli orari regolari. La sera del 29 dicembre 2000 Maria, alle otto e un quarto, è uscita dal bar ed è salita sulla sua macchina, una Golf nera. Alla guida, secondo i testimoni, c’era un uomo, e lei appariva molto tesa. Il marito ha raccontato di aver ricevuto una breve telefonata di Maria, in cui gli annunciava che avrebbe tardato. Il suo corpo è stato ritrovato, massacrato, in un’area di sosta sull’autostrada A1, poco dopo lo svincolo di Caianello, in direzione Roma. L’assassino l’ha colpita alla testa, ha portato via la borsetta e il telefono cellulare, ed è ritornato a Roma. La Golf è stata ritrovata, bruciata, all’alba del giorno dopo, il 30 dicembre, non lontana dal bar di Maria.

5 maggio 1982. Un colpo di pistola alla tempia uccide Giorgio Vale sorpreso da un’ir­ru­zione della polizia in un appartamento di via Decio Mure al Quadraro.

L’affittuario dell’appartamento era Luigi Sortino, una volta militante di Avanguardia nazionale, già arrestato nel 1977 perché a casa sua era stata trovata una valigia con documenti di Stefano Delle Chiaie, affittuario del covo romano di via Decio Mure ((angolo Via Lucio Mario Perpetuo)in cui dormiva Giorgio Vale, già di Terza posizione, passato ai NAR di Valerio Fioravanti.
 Sciortino era stato fermato sotto quell’abitazione la mattina del 5 maggio 1982. I funzionari di polizia Umberto Improta e Salvatore Genova (che sarà poi processato per le torture inferte ai brigatisi rossi che avevano rapito il generale americano James Lee Dozier) si fanno dare da lui le chiavi e sorprendono nel sonno Vale che – secondo una versione ritenuta reale negli ambienti dell’estrema destra e certamente plausibile - anziché essere ammanettato, così la versione dei suoi familiari e camerati,  viene giustiziato sul posto con un colpo di pistola alla testa. .

La Digos ha scoperto in via Maia, al Quadraro, l’appartamento che le nuove Brigate rosse, quelli del delitto  avrebbero affittato per le esigenze dell' organizzazione. Via Maia è una stradina piccola e stretta. Una delle estremità è chiusa ai veicoli, ma non ai pedoni. A una trentina di metri si trova la fermata «Porta Furba» della linea «A» del metrò. Al civico sei di questa via, Marco Mezzasalma, uno dei presunti militanti delle Br rinchiuso a Regina Coeli, ha affittato dal 1998 al 7 giugno quest' anno i 64 metri quadrati considerati dalla polizia uno dei due covi dei terroristi a Roma. «Dal punto di vista militare - spiega un esperto dell' Antiterrorismo - la tipologia dell' appartamento di via Maia è perfetta per le Brigate rosse. La strada, essendo stretta e corta, è facile da controllare; la chiusura ai veicoli a un' estremità e la vicinanza della metropolitana consentono di avere ottime vie di fuga». In via Maia Le chiavi del covo di via Maia sono state restituite al prorietario, Mauro Bergamo, un dipendente della Bnl, il 7 giugno. Marco Mezzasalma aveva cambiato la serratura e preparato una stanza insonorizzata. «Gli armadi e i cassetti erano impolverati - ha riferito il padrone di casa - , come se non fossero mai stati usati».

La signora Maria Marescia, sorella di Marcello e Stefano, nipote di Ottavio morto in Veneto a 24 anni e figlia di un deportato in Germania nel rastrellamento del 44.
Quadraro, via dei Lentuli, sabato 8 novembre 08

Ferrazza lavorava al cinema Folgore, ci abitava anche. Era una brava persona non aveva figli e faceva entrare tutti iragazzini. Quando chiuse il cinema andò a lavorare al cinema Quadraro dove ci lavorava il fratello. C’erano quattro “nonnetti” due davanti al Folgore e due davanti al Quadraro. La cosa impressionante è che si somigliavano.

Il proprietario del Folgore che ha venduto alla chiesa coreana dovrebbe essere quello che vende i materassi sopra la salita del Quadraro. Sopra il Quadraro gli americani ci buttarono le carrozzelle che avevavo trasportato le bombe lanciate su San Lorenzo. In via dei Lentuli una ragazza morì e gli fecero il funerale con il vestito da sposa.

A via dei Juvenci c’era la casa del fascio dove ora c’è il n.6. Prima era un altro numero. Sotto c’era la boxe e dietro ci facevano le feste da ballo.

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