Nei pressi di piazza del Quadraretto, in via dei Furi un condominio di tre piani (nessun italiano) che ha un cortile interno, ogni santa domenica e anche il sabato pomeriggio, riunisce per feste, ricorrenze e altro, molti dei suoi connazionali e così che a partire dalle 10 della mattina di domenica (il sabato dalle ore 15) si inizia ad accendere il fuoco del barbecue e via con carne e, quando va peggio, anche il pesce fino a mezzanotte. 14 ore di brace e immaginate l’esalazione che tutti gli edifici confinanti, parliamo di numero 7 condomini che hanno i cortili a cerchio confinanti, circa 150/160 famiglie devono sopportare sommersi dal fumo. Più si inoltra con l’orario più si svuotano casse di birra e il fumo irrompe in tutte le case di tutti gli altri condomini confinati coinvolgendo così i cortili interni di piazza del Quadraretto, via dei Furi, via Marco Decumio, viale Opita Oppio e via dei Fulvi. Al primo fumo tutti a ritirare i panni, a chiudere le finestre, e ad imprecare. E se qualcuno è assente e ha i panni stesi peggio per lui, al suo ritorno altra lavatrice perché i panni ormai sono nauseabondi. Una signora anziana dirimpettaia dice “Ho provato a chiamare i vigili, qualche volta sono venuti, hanno identificato quello che sembrava il locatario, e se ne sono andati. Mentre il più delle volte non intervengono dicendo che sono pochi e hanno altre emergenze”. Un arzillo 84enne dice: “Troppa puzza chissà cosa usano per fare il fuoco o chi sa cosa friggono. La carne di solito non puzza così tanto”. Mentre Il sig. Aldo dice che si è tentato di contattare l’amministratore di condominio, negativo, gli inquilini del palazzo non sanno nemmeno cosa sia, sembra che i proprietari che hanno affittato siano della stessa famiglia. Sono gli stessi eredi che gestiscono ognuno i propri appartamenti e non necessitano di condominio anche se la legge obbliga a questa “scocciatura”. La sig.ra Roberta che ha le finestre davanti al cortile in cui si sforna carne alla brace per una truppa, sostiene che a un certo punto gli avventori vanno a orinare sul muro di cinta del loro cortile (confinante con gli altri cortili) e fanno pipì innocentemente sul muro davanti agli occhi di tutti quelli che hanno la colpa di stare alla finestra, orinano, “senza inibizione e visibile dalle nostre finestre” e ci mostra delle foto. Uno spettacolo indecoroso. Sentito il proprietario, uno degli eredi, dice che “Io sono in regola. Ho un regolare contratto di affitto. Ne risponde il locatore. A me non interessa”. Sentito il sig. Luigi, altra vittima di questo andazzo ci racconta “Ho provato una volta a protestare, si sono messi a ridere e a fischiare. Mi sono messo paura e ho chiuso subito la finestra. Ma non solo io, anche altri si sono subito ritirati dentro. In effetti vedere tutte quelle bottiglie di birra vuote fa un po’ paura”. Ma prima che nascano incidenti e malintesi non sarebbe opportuno che le autorità intervenissero non tanto per reprimere quanto per spiegare gli obblighi che l’educazione e la convivenza comportano? I modi civili non hanno necessità di essere regolamentati ma solo concretizzati. Il Quadraro è stato sempre ospitale e continuerà ad esserlo. Affinché quest’armonia sia confermata si auspica una maggiore comprensione.
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