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«Nuova Gestione» Cinque spazi sfitti reinventati da sei creativi.
Factory-Arte al Quadraro, nei luoghi della memoria
Via dei Quintili e dintorni Video e installazioni site specific proposti in ex trattorie, in sedi di partito o in posti teatro del rastrellamento nazista del 17 aprile 1944
Nuova factory Quadraro: con il popolare rione sulla Tuscolana che si pone sulla scia di importanti iniziative newyorkesi - No Longer Empty ad esempio, no-profit nata nel 2009 - utilizzando spazi dismessi, abbandonati o sfitti per promuovere progetti d' arte pubblica. Nuova factory Quadraro, almeno nelle intenzioni, con protagonisti cinque spazi sfitti e sei artisti chiamati a lavorare in un contesto comunque ricco di storia e di storie: un quartiere che fu deposito per la vicina Cinecittà dalla sua fondazione, poi luogo di Resistenza e teatro di una storica retata nazifascista il 17 aprile 1944, ancora borgata popolare aperta a sfollati e immigrati dal Sud Italia, e infine, storia recente, realtà multietnica con forte presenza di cittadini extracomunitari.Questi sei artisti e il quartiere sono i protagonisti dell' iniziativa culturale «Nuova Gestione», che vede per la prima volta il Quadraro scenario per l' arte contemporanea, grazie alla rivalutazione e al riuso temporaneo di spazi dismessi. Un progetto appena inaugurato, a cura del giovane collettivo «Sguardo Contemporaneo», che prevede interventi site specific di artisti italiani all' interno di cinque locali. I loro nomi: Marco Bernardi, Margherita Moscardini, Luana Perilli, Lino Strangis, Elisa Strinna e Angela Zurlo, tutti chiamati a confrontarsi con il tessuto urbano e sociale di un' area spesso esposta al degrado urbano. L' iniziativa è a tempo, fino al 18 febbraio, e ha un proprio info point con mappe della rassegna distribuite in una delle strade del quartiere, via dei Quintili 105 (orari: dal lunedì al venerdì 16-20, sabato e domenica 10-13 e 16-20).Nel dettaglio, in via dei Quintili 27 ha lavorato Lino Strangis, con la videoproiezione intitolata «Odyssey in the Sense». In via Filippo Re 4, ex ufficio di un' azienda che produceva ascensori poi trasformato in internet point, Marco Bernardi con l' installazione «Vedovedove». In via dei Quintili 93, drammatico scenario del rastrellamento del ' 44, Luana Perilli ha creato «Eusocial wasps - Nido di vespe». Nella stessa strada, ma al civico 105, ex sezione di partito, Elisa Strinna ha dato vita a «Once, upon this time». Infine, in via degli Arvali 6, Margherita Moscardini e Angela Zurlo hanno usato legno, tubi al neon, carta e altri materiali per creare «A Case for Contents», in un' ex trattoria di cui si vede ancora la vecchia insegna su lastra di marmo, ai piedi di una palazzina costruita negli anni Venti e che diede rifugio a quattro uomini durante la rappresaglia nazista prima di diventare, nel tempo, anche negozio di lampadari e giocattoli. Gli spazi in disuso non hanno dunque svolto il mero ruolo di contenitore. Gli artisti di «Nuova Gestione» sono stati infatti selezionati anche per la loro capacità di dialogare con la memoria dei luoghi, con i proprietari delle aree e gli abitanti della zona. Il progetto ha ottenuto il patrocinio del Cni Unesco ed è realizzato con Roma Capitale e Camera di Commercio di Roma, con il sostegno del consigliere comunale Paolo Masini. Info: www.nuovagestione.net. Ingresso libero. Edoardo Sassi

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(12 febbraio 2012) - Corriere della Sera

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