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Chiara Novelli
Edito da: Viviani Editore € 15,00

Anni Cinquanta, a Roma, nell'estrema periferia Sud. In un dopoguerra ancora dolente e cauto, prima che il boom economico giunga, per molti se non per tutti, ad archiviare gli stenti e i disagi del conflitto, le case e le strade del Quadraro sono il teatro della piccola grande commedia umana messa in scena da Chiara Novelli. Saggia e insieme intraprendente, giovanissima e per certi versi anticonformista, eppure depositaria di una sapienza antica, Sabina (il personaggio che costituisce il filo-conduttore dei racconti) è l'amica, la confidente, la complice dei tanti protagonisti di queste storie di vita vissuta, che hanno tutto l'incanto e la freschezza di un mondo pre-globale, nel quale la televisione ha appena cominciato a far capolino.

Molte delle situazioni e delle realtà che gli abitanti del Quadraro vivono nelle pagine di questo libro sono, in fondo, senza età, eppure emerge dalla lettura una nostalgia sottile e fortissima per un mondo sparito, che affondava le sue radici nei legami familiari e nei vincoli di solidarietà fra i membri di quella famiglia allargata che era il quartiere: anni, relativamente vicini nel tempo ma ormai lontanissimi, in cui il parco giochi dei bambini erano le cave di pozzolana, i ragazzi costruivano da soli il proprio monopattino con i rottami, e qualche sposina andava all'altare con il vestito della Prima Comunione, riadattato dalle mani della mamma. L'autore Chiara Novelli, romana, diplomata all'Accademia di Belle Arti della sua città, è scenografa, costumista e disegnatrice. Con Storie del Quadraro esordisce come narratrice.
"Perché ho scritto un libro sul Quadraro? Perché questo posto ce l’ho nell’anima. Da sempre. E’ un qualcosa che è maturato in me da tempo immemorabile, o meglio da quando ero bambina. A quattro anni accompagnavo mia madre a fare l’aerosol all’ INAM (l’attuale ASL),e lei mi diceva: “Vedi questa palazzina rosa? Io da piccola abitavo qui. Dove c’è la strada, prima c’erano i campi di grano dei Torlonia; ed al posto di quel cortile lastricato c’era un giardino pieno di fiori, coltivato dal nonno…!” Poi, poco a poco, mi ha parlato della Botteghina, del casale che è stato demolito, della recita di quel rosario che non finiva mai…e nella mia mente sono nate le Storie del Quadraro. In ogni racconto c’è un personaggio oppure una situazione vera, di vita vissuta…certo, io li ho rielaborati con la mia immaginazione…ma ovunque possiamo ritrovare un luogo – tuttora esistenti e riconoscibili- e persone che ci sono state veramente. Siamo negli anni 50 del secolo scorso, un periodo storico che io ho sempre amato. Un periodo di ricostruzione e di trasformazione, insomma di grande cambiamento, che nelle mie pagine si può ben ravvisare. Ho cercato di cogliere l’atmosfera ed il respiro di quei tempi; ed in ciò mi hanno aiutato non poco i tanti film di allora: mi hanno aiutata visivamente e spiritualmente. Non a caso negli anni 50, forse per una mera questione di praticità, tanti scorci delle nostre zone hanno funzionato da set cinematografico! E nel dire ciò, amo ricordare che sono anche diplomata in Scenografia e Costume presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Mi piacerebbe dire qualcosa anche in proposito del Quadraro così com’è adesso, come lo vedo io affacciandomi alla finestra del ventunesimo secolo. E’ un luogo che mi affascina immensamente, questo lo posso affermare in tutta sincerità. Obiettivamente forse non è un luogo cosiddetto bello o pittoresco, ma io trovo che ogni palazzina, ogni balcone o cortile possa raccontare tanto. Basta saper osservare".

 

 

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